Un nuovo studio Motus-E rivela che l’Italia ha superato i 64.000 punti di ricarica pubblici al 31 dicembre 2024, con una crescita del 27% nell’anno. Il Paese si posiziona in testa tra i major market europei per rapporto punti/veicoli e punti/strade, nonostante il ritardo nelle immatricolazioni di veicoli elettrici.

Colonnine Auto elettriche: l’Italia supera i 64.000 punti di ricarica pubblici e si conferma all’avanguardia in Europa

Roma, 29 luglio 2025 – La rete italiana di colonnine per le auto elettriche continua la sua espansione, superando la quota di 64.000 punti di ricarica a uso pubblico installati nella Penisola. Questo è quanto emerso dalla sesta edizione dello studio “Le infrastrutture di ricarica a uso pubblico in Italia”, presentato lo scorso 5 marzo a KEY – The Energy Transition Expo da Motus-E.

Lo studio ha rilevato che nel corso del 2024 sono stati installati ben 13.713 nuovi punti di ricarica, di cui 4.052 solo nell’ultimo trimestre dell’anno. Il numero complessivo di punti di ricarica al 31 dicembre 2024 si è attestato a 64.391 unità. Nonostante un rallentamento nelle vendite di auto elettriche, questo dato conferma l’Italia tra i Paesi più dinamici d’Europa nello sviluppo delle infrastrutture per i veicoli a batteria.

Crescita e distribuzione: il Nord fa da traino, aumentano le ricariche veloci

Nel 2024, la rete di ricarica italiana ha registrato un’espansione di oltre il 27%, segnando un aumento complessivo del 75% negli ultimi due anni. Parallelamente all’incremento del numero totale di colonnine, è cresciuta anche l’incidenza delle stazioni a più alta potenza: il 47% dei punti installati nel 2024 è di tipo veloce e ultraveloce, un record assoluto rispetto al 22% delle nuove installazioni dell’anno precedente.

Analizzando la distribuzione per macroaree, il Nord Italia concentra il 57% dei punti di ricarica, il Centro il 20% e il Sud il 23%. A livello regionale, la Lombardia si conferma prima con 12.926 punti, seguita da Lazio (6.917), Piemonte (6.151), Veneto (5.880), Emilia-Romagna (5.086) e Campania (4.130). La Lombardia ha anche guidato la crescita nel 2024, con 3.531 nuovi punti installati, seguita dal Lazio (+2.258) e dal Piemonte (+982).

Tra le città, Roma detiene il primato per numero assoluto di punti installati (3.117), seguita da Milano (1.400) e Napoli (1.235). Tuttavia, se si considera il rapporto tra punti di ricarica e superficie in km², Napoli sale sul gradino più alto del podio (11 punti ogni km²), davanti a Torino (8 punti ogni km²) e Milano (poco meno di 8 punti ogni km²).

Anche i punti di ricarica installati in autostrada sono in crescita, raggiungendo quota 1.087 al 31 dicembre 2024 (rispetto ai 932 di fine 2023), con il 64% di questi con potenza superiore a 150 kW.

Il report, con il contributo di RSE, evidenzia che, considerando anche le aree più remote del Paese, il 94% del territorio nazionale è coperto da almeno un punto di ricarica entro un raggio di 10 km, un notevole miglioramento rispetto all’86% di fine 2023. Nelle vicinanze delle grandi città e delle arterie stradali, la densità può superare i 2.000 punti di ricarica in un raggio di 10 km.

Sfide e prospettive: un maggiore coordinamento

“Grazie all’impegno degli operatori, il processo di infrastrutturazione del Paese procede spedito, ma c’è ancora un importante lavoro da fare per aumentare la capillarità in alcune aree, specialmente nel Mezzogiorno”, ha osservato il presidente di Motus-E, Fabio Pressi. Ha sottolineato come la limitata penetrazione dei veicoli elettrici nel Sud non faciliti i grandi investimenti necessari, in particolare per le colonnine ad alta potenza.

Pressi ha auspicato un’estensione dei termini per l’utilizzo dei fondi PNRR ancora disponibili e una revisione dei meccanismi di cofinanziamento, per supportare la crescita dell’infrastruttura nelle zone meno coperte, sfruttando anche il monitoraggio della Piattaforma Unica Nazionale gestita dal GSE.

“È fondamentale una sempre più stretta cooperazione tra tutti gli attori coinvolti in questo grande processo di infrastrutturazione del Paese”, ha proseguito Pressi, citando il recente protocollo siglato con Unem per le colonnine nei distributori di carburante come esempio di collaborazione. Lo stesso approccio, ha aggiunto, dovrebbe essere esteso alla semplificazione e omogenizzazione degli iter autorizzativi, la cui complessità si riflette ancora in un 16% di infrastrutture installate ma non ancora utilizzabili dagli utenti finali, sebbene in lieve calo rispetto al 18% del 2023.

Il confronto europeo: Italia davanti per infrastruttura, ma con gap nelle vendite

Lo studio di Motus-E ha confrontato i progressi dell’Italia con quelli degli altri principali mercati europei. Con 19 punti di ricarica a uso pubblico ogni 100 auto elettriche circolanti, l’infrastruttura italiana si conferma davanti a quelle di Francia (14 punti), Germania (8 punti) e Regno Unito (7 punti).

Il primato si mantiene anche considerando solo i punti di ricarica veloci in corrente continua: l’Italia registra 3,4 punti in DC ogni 100 auto elettriche, superando Francia (2,6), Germania (1,7) e Regno Unito (1,2).

Questo rapporto favorevole rispecchia i notevoli passi avanti compiuti sul fronte infrastrutturale, nonostante un significativo ritardo dell’Italia nelle immatricolazioni di veicoli elettrici a batteria (BEV), la cui quota di mercato si attesta intorno al 5%, a fronte del 17,4% in Francia, del 16,6% in Germania e del 21,3% nel Regno Unito.

L’Italia è inoltre in vantaggio per quanto riguarda il numero di punti di ricarica rispetto alla lunghezza totale della rete stradale, con una media di 1 punto ogni 4 km di strade. Seguono Regno Unito (1 ogni 5 km), Germania (1 ogni 6 km) e Francia (1 ogni 7 km).

Il volume delle installazioni realizzate dagli operatori posiziona l’Italia sulla giusta traiettoria per rispettare gli obblighi del Regolamento europeo AFIR, con una compliance del 75-80% sugli obiettivi UE da centrare entro la fine dell’anno.

“Questi dati smentiscono completamente la narrazione di un’Italia arretrata dal punto di vista delle infrastrutture al servizio della mobilità elettrica”, ha concluso il presidente di Motus-E, auspicando un “maggior coordinamento pubblico-privato” e l’atteso aggiornamento del Piano nazionale infrastrutturale per la ricarica (PNIRE).