L’Italia prosegue nel suo percorso per un possibile ritorno all’energia nucleare. Dopo la presentazione di una legge delega all’inizio del 2025, si delinea una strategia focalizzata su tecnologie avanzate (SMR), sicurezza e una netta discontinuità con il passato, nell’ottica della neutralità carbonica.
Nucleare: la situazione attuale in Italia e la strategia del governo
Roma, luglio 2025 – L’Italia sta definendo un percorso chiaro per un possibile ritorno all’energia nucleare, con l’obiettivo primario di accelerare la decarbonizzazione. Una svolta significativa è arrivata con la presentazione, all’inizio del 2025, di un disegno di legge delega e della sua relazione di accompagnamento. Questi documenti tracciano una strategia che mira a una “completa rottura” con le esperienze nucleari passate del Paese, privilegiando tecnologie di ultima generazione.
Il progetto, promosso dal Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto, e discusso nei mesi scorsi, indica una direzione precisa: puntare sull’adozione delle migliori tecnologie disponibili. L’attenzione è rivolta in particolare ai piccoli reattori modulari (SMR), considerati più flessibili nella produzione energetica e con tempi di costruzione ridotti rispetto alle centrali tradizionali. Le vecchie centrali di prima o seconda generazione saranno dismesse, e i loro siti potranno essere riconvertiti.
Un nuovo quadro normativo e un’autorità indipendente
Il piano del governo prevede la creazione di un’architettura legislativa completa. Entro 24 mesi dall’entrata in vigore della legge delega, verranno adottati decreti legislativi specifici per regolare l’intero “ciclo di vita” degli impianti nucleari. Ciò include la costruzione, la messa in funzione o la chiusura, la gestione dei rifiuti radioattivi e la futura operatività delle centrali a fusione.
Un elemento centrale di questa riforma è l’istituzione di una nuova autorità indipendente dedicata alla sicurezza nucleare. Questa entità avrà compiti di regolazione, vigilanza e controllo su tutte le infrastrutture nucleari, garantendo il rispetto dei più elevati standard di sicurezza definiti dalle Agenzie internazionali e dalle autorità dei singoli Paesi.
La ragione di fondo di questo approccio è chiara: la necessità di abbattere le emissioni di gas serra. Il governo sottolinea come l’energia nucleare generi emissioni “prossime allo zero” in fase di produzione, fornendo un “contributo sostanziale” agli obiettivi di mitigazione dei cambiamenti climatici. Questo assunto è in linea con l’inserimento dell’energia nucleare tra le attività sostenibili previste dalla Tassonomia UE, un regolamento chiave per orientare gli investimenti verso attività economiche ecologicamente sostenibili.
Obiettivi e principi della legge delega
Il disegno di legge, strutturato in quattro articoli, mira a stabilire un programma nazionale per lo sviluppo della produzione di energia nucleare sostenibile, anche per la produzione di idrogeno. Il quadro normativo dovrà essere chiaro e organico, capace di:
- Attrarre investimenti privati e pubblici, con un’attenzione costante alla sicurezza.
- Promuovere la competitività e l’efficienza del Paese.
- Prevedere misure di promozione e valorizzazione dei territori interessati.
- Definire modalità per la formazione di tecnici, ricercatori, ingegneri e altre figure professionali specializzate.
Tra i principi guida, spicca il perseguimento della sostenibilità ambientale, sociale ed economica nella produzione di energia nucleare, nel rispetto del Trattato Euratom, del diritto UE e degli accordi internazionali, aderendo ai criteri della Tassonomia europea e ai parametri tecnici dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA).
Superare il passato: la questione referendum
Un aspetto non secondario affrontato nella relazione del ddl è la questione dei precedenti referendum che, in passato, hanno segnato la fine dell’esperienza nucleare italiana. Il governo ritiene il nuovo disegno di legge “giuridicamente legittimo”, in base alla giurisprudenza costituzionale. Si argomenta che i precedenti referendari non costituiscono un ostacolo normativo insuperabile, a patto che siano intervenuti mutamenti nel quadro politico o nelle circostanze di fatto – una condizione che, nell’ottica del governo, si è verificata.
In sintesi, l’Italia sta delineando un percorso ambizioso e basato sulle più moderne tecnologie per reintrodurre l’energia nucleare nel suo mix energetico. L’obiettivo è contribuire agli impegni di neutralità carbonica, garantire sicurezza e indipendenza energetica, contenere i costi e salvaguardare la salute e l’ambiente per le generazioni future, in pieno accordo con l’articolo 9 della Costituzione.