H&M Group rafforza l’impegno per la sostenibilità: dal packaging all’energia rinnovabile, investe in innovazione e collaborazione per la decarbonizzazione della filiera e scelte consapevoli dei clienti.
H&M Group: La sostenibilità è la nostra unica scelta possibile, senza compromessi
«Non ci può essere compromesso tra designer eccezionali, prezzi accessibili e soluzioni sostenibili», afferma Leyla Ertur, Chief Sustainability Officer di H&M Group. Questo principio guida la strategia e le azioni che il colosso svedese dell’abbigliamento, con un fatturato di circa 23 miliardi di euro nel 2024, sta portando avanti in tema di sostenibilità.
La Ertur sottolinea come le nuove normative e la condivisione delle conoscenze siano cruciali per aiutare i clienti a fare scelte consapevoli. Fondata nel 1947 da Erling Persson, H&M Group vanta oltre 3.700 punti vendita globali in 79 mercati, oltre a un vasto store online. L’espansione continua, con l’arrivo in Brasile ed El Salvador nel 2025 e in Paraguay nel 2026.
«Per noi la sostenibilità non è uno strumento di marketing, è integrata in ogni scelta che facciamo. Per questo motivo anche i cambiamenti geopolitici non incideranno sulla nostra agenda», ribadisce Leyla Ertur. Nonostante la complessità di una transizione green che abbraccia l’intera filiera, dalla produzione alla distribuzione (con collezioni disegnate a Stoccolma ma prodotte da fornitori indipendenti, principalmente in Asia ed Europa), H&M è determinata a raggiungere risultati concreti.
Progressi nel packaging e nella gestione delle risorse idriche
L’impegno di H&M si traduce in passi avanti significativi. Nel 2024, l’84% dei materiali di imballaggio era riciclato o proveniente da fonti sostenibili, in crescita rispetto al 79% del 2023. Inoltre, il volume degli imballaggi in plastica è stato ridotto del 54% rispetto al 2018, superando l’obiettivo di riduzione del 25% fissato per il 2025.
Un’attenzione particolare è rivolta alla riduzione dei consumi di acqua. Nel 2024, il consumo è diminuito del 9,5% rispetto al 2022, un risultato trainato da un aumento significativo del riciclo dell’acqua, che ha raggiunto il 19,6%. La formazione gioca un ruolo chiave: in Bangladesh, H&M Group ha formato 50 fabbriche per promuovere le migliori pratiche di risparmio idrico.
Obiettivi ambiziosi: Energia rinnovabile e zero emissioni nette
L’azienda punta all’approvvigionamento del 100% da energia rinnovabile per l’intera catena di fornitura entro il 2030. Nel 2024, è già stato raggiunto il 41% di riduzione delle emissioni di gas serra (scope 1 e 2). L’obiettivo prioritario è ridurre le emissioni del 56% entro il 2030 e raggiungere emissioni nette pari a zero entro il 2040.
«Le nuove normative in arrivo avranno un impatto sui nostri prodotti e sul nostro modo di fare business», spiega la Ertur. Le attività a favore della sostenibilità, prima volontarie, diventeranno obbligatorie, accelerando la trasformazione green dell’intero settore. La condivisione delle conoscenze, inoltre, «aiuterà i clienti a prendere decisioni consapevoli su dove spendere i propri soldi».
Innovazione e collaborazione per la transizione
Nel 2024, H&M Group ha investito circa 1,7 miliardi di corone svedesi (quasi 155 milioni di euro) in attività di decarbonizzazione lungo tutta la catena del valore. La maggior parte di questi investimenti ha riguardato la sostituzione dei materiali convenzionali con alternative riciclate o sostenibili, raggiungendo una quota dell’89% (di cui il 29,5% da fonti riciclate). Il poliestere riciclato, in particolare, ha costituito il 94% di tutto il poliestere utilizzato.
Gli investimenti in nuove tecnologie sono fondamentali per la sostenibilità. Tra le iniziative più significative, H&M Group e Vargas Holding hanno lanciato Syre, una nuova venture per la produzione su larga scala di poliestere riciclato “textile to textile”. Syre fornirà un filato di poliestere riciclato di qualità equivalente al vergine, ma con un impatto ambientale notevolmente inferiore. Inoltre, considerando che il cotone rappresenta il 55% del materiale utilizzato, H&M Group ha investito in Galy, una startup di Boston che sta rivoluzionando il settore tessile con il suo cotone coltivato in laboratorio.
La decarbonizzazione della supply chain richiede uno sforzo collettivo, dato che il 99% delle emissioni totali dei brand di moda si concentra qui. La Future Supplier Initiative, promossa anche da The Fashion Pact, offre supporto finanziario e tecnico ai fornitori nel loro percorso di transizione. «Non vedo l’ora di continuare a lavorare con i nostri diversi partner del settore, ad esempio in The Fashion Pact, così come con altri stakeholder. Non solo per guidare il cambiamento ma anche per creare collettivamente un movimento più ampio», conclude Leyla Ertur.